Geminantis e Transient

a cura di Melania Raimondi e Camilla Remondina

 

Geminantis

di Laura Renna e Silvia Inselvini, a cura di Melania Raimondi

Transient

di Antonio Scaccabarozzi, a cura di Camilla Remondini

inaugurazione sabato 16 marzo ore 17.30
giovedì – domenica ore 15.30 -19.30
fino a domenica 14 aprile 2019

Geminantis intende concentrarsi sull’identità d’artista e sull’importanza dell’idea e del processo che porta alla nascita dell’opera d’arte. L’opera d’arte è il risultato di un processo mentale e fisico nascosto all’osservatore e spesso tenuto gelosamente segreto come un rituale intimo e personale che l’artista intraprende per arrivare ad esprimere sé stesso ed il suo modo per rapportarsi al mondo “esterno”. A questo si abbinerà una performance, che sarà un elemento che incarnerà appieno ciò che il progetto vuole proporre.

Il progetto espositivo coinvolgerà due artiste che lavorano su questo tema: Laura Renna e Silvia Inselvini che dialogheranno a spazio contemporanea.
Tra le opere esposte ci sarà Horizon di Laura Renna, opera che è stata appositamente realizzata per la Biennale di Shenzhen 2018 e che verrà presentato per la prima volta in Italia, e i Notturni di Silvia Inselvini, artista bresciana, che riflettono proprio sul tema di reiterazione, ripetizione del gesto e rituale artistico

Laura Renna nata nel San Pietro Vernotico (Brindisi) nel 1971. Vive e lavora a Modena.
Nel 2016 è stata selezionata per il “III Premio Henraux” e nel 2015 per il “IV Premio Francesco Fabbri”. Nel 2008 ha vinto il premio “Fondazione Arnaldo Pomodoro”. Nel 2018 è invitata alla Biennale di Shenzhen 2018, con la consulenza curatoriale di Ilaria Bignotti e Alice Cazzaniga. Tra le sue recenti esposizioni personali: nel 2018: Acrocori/Accrochés, a cura di Alberto Zanchetta, Villa Contemporanea, Monza; nel 2017: Between Us, a cura di Ilaria Bignotti, Marignana Arte Project Room, Venezia; nel 2016: Laura Renna, Que reste-t-il, a cura di Ilaria Bignotti, Adiacenze, Bologna.

Silvia Inselvini nata nel 1987 a Brescia, Silvia Inselvini si laurea in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia nel 2011. Vive e lavora a Brescia.
Nel 2012 è la vincitrice del “Premio Biennale Roncaglia under25” e nel 2014 riceve la menzione speciale per il “Premio Arti Visive San Fedele”.
Tra le sue recenti esposizioni: nel 2018 la collettiva Generations, a cura di Ilaria Bignotti, Marignana Arte, Venezia, e nel 2017 la personale Eadem Mutata Resurgo, a cura di Walter Bonomi, Iaga Contemporary Art gallery, Cluj-Napoca, Romania.

Transient è la personale di Antonio Scaccabarozzi, artista storico, scomparso nel 2008 e appartenente alla ricerca pittorica concettuale degli anni Settanta. La mostra intende riflettere sul ruolo fondamentale che hanno luce ed aria, caratterizzanti gli ambienti espositivi, su alcune opere dell’artista realizzate con sottili veli di polietilene quali Quantità libere, Polietileni e Banchise.

Gli ambienti proposti sono opere inedite: Labirinto, mai esposto finora e quindi anteprima assoluta a livello internazionale, e Dieci blu, presentato solo a Bonn nel 2001 e qui riproposto per la prima volta in Italia, coinvolgendo il visitatore in un processo di scoperta attraverso le membrane plastiche, la luce e l’aria che diventano parte integrante delle opere dando loro un aspetto in ogni momento.

Transient è il momento, appunto, transitorio in cui i polietileni, mossi dall’aria al passaggio del pubblico, prendono vita, per poi tornare alla loro forma originaria una volta cessato il “contatto” con il visitatore, come se nulla fosse accaduto. Costantemente pronti a trasformarsi all’avvicinarsi dello spettatore successivo, essi si mostrano in modo sempre diverso creando un dialogo intimo e personale con chi le osserva, ma allo stesso tempo effimero e fuggente.

Antonio Scaccabarozzi (Merate 1936- Santa Maria Hoé 2008)
Esponente di una ricerca pittorica analitica e concettuale, dopo le prime esperienze di area neo-concreta e programmata degli anni ’60 e le prove analitiche degli anni ’70, l’artista trova espressione della sua indagine in un lavoro concettuale e lirico, dove l’atto del dipingere si traduce ogni volta in un confronto appassionato tra misura, calcolo, progetto, libertà, alea, emozione. Alla fine degli anni ’90, Scaccabarozzi sceglie i fogli di polietilene quali membrane cromatiche fluttuanti nello spazio, sospese dalla parete e dal soffitto grazie al filo di nylon.